Festa del Signore, l'Annunciazione inaugura l'evento in cui il fig
lio
di Dio si fa carne per consumare il suo sacrificio redentivo in obbedienza
al Padre e per essere il primo dei risorti. La Chiesa, come Maria, si
associa all'obbedienza del Cristo, vivendo sacramentalmente nella fede il
significato pasquale dell’annunciazione. Maria è la figlia di Sion che, a
coronamento della lunga attesa, accoglie con il suo 'Fiat' e concepisce per
opera dello Spirito santo il Salvatore. In lei Vergine e Madre il popolo
della promessa diventa il nuovo Israele, Chiesa di Cristo. I nove mesi tra
la concezione e la nascita del Salvatore spiegano la data odierna rispetto
alla solennità del 25 dicembre. Calcoli eruditi e considerazioni mistiche
fissavano ugualmente al 25 marzo l'evento della prima creazione e della
rinnovazione del mondo nella Pasqua. (Mess. Rom.)
Martirologio Romano: Solennità dell’Annunciazione del Signore, quando nella
città di Nazareth l’angelo del Signore diede l’annuncio a Maria: «Ecco,
concepirai un figlio, lo darai alla luce e sarà chiamato Figlio
dell’Altissimo», e Maria rispondendo disse: «Ecco la serva del Signore;
avvenga per me secondo la tua parola». E così, compiutasi la pienezza dei
tempi, Colui che era prima dei secoli, l’Unigenito Figlio di Dio, per noi
uomini e per la nostra salvezza si incarnò nel seno di Maria Vergine per
opera dello Spirito Santo e si è fatto uomo.
(da “Santi, beati e testimoni”)
L’ANGELUS DOMINI
Riflessioni
sulla preghiera dell’Angelus tratte da una lettera di Mons. Recagno alle
Suore della P.O.R.A.
“L’Angelus è una preghiera che si recita tre volte al giorno: mattino,
mezzogiorno e sera, per ringraziare Dio del mistero dell’Incarnazione ed
insieme per onorare la SS.Vergine che tanta parte vi ebbe. E’ composta di
tre versetti a cui seguono alternate tre Ave Maria e una Preghiera finale
alla quale si fanno seguire tre Gloria al Padre. Durante il tempo pasquale
l’Angelus è sostituito dall’antifona Regina Coeli. Il momento di recitarla è
indicato in molti luoghi dal suono della campana che, per questo suo
particolare ufficio, viene appunto denominata “campana dell’Angelus” o dell’
“Ave”.
Facciamo una breve meditazione sulla preghiera dell’Angelus Domini.
Per me è come un trittico.
Il primo quadro da contemplare è l’Arcangelo Gabriele che annunzia alla
Madonna che Dio Padre, spinto da un amore infinito vuole donare il suo Divin
Figlio al mondo.
Dunque Dio è Amore che si traduce in volontà di dono e dono di Sé.
Recitando la prima Ave Maria chiediamo alla Madonna che ci conceda la grazia
di vivere sempre con questa visione nell’anima: Dio è Amore e Amore che
vuole donare se stesso.
Il secondo quadro da contemplare è la Madonna la quale contemplando, come Le
ha detto l’Angelo, Dio Amore che si dona, sente l’impulso
all’imitazione di Dio, facendo anch’essa il dono totale di sé, spinta
dall’Amore: “Ecce ancilla Domini” (“Eccomi, sono la serva del Signore”) e
capisce che il modo di donarsi totalmente a Dio è farsi obbediente alla Sua
Volontà: “Fiat mihi secundum verbum tuum” (“Avvenga di me quello che hai
detto") .
Recitiamo la seconda Ave Maria perché la Madonna ci conceda di imitare
Lei in quest’amore che si fa dono di noi stessi mediante la conformità alla
Volontà di Dio.
Terzo quadro da contemplare: il Verbo di Dio.
Il Verbo, innamorato dell’anima di Maria perché la vede tutta amore – amore
che si dona, che si dona obbedendo, Le si comunica…Chissà con quale onda di
gioia! “Et Verbum caro factum est” (“E il Verbo si fece carne”).
Diciamo la terza Ave Maria perché la Madonna conceda anche alla nostra
anima di piacere come Lei a Nostro Signore per… la Sua Gloria!
E nel versetto: “Ora pro nobis Sancta Dei Genitrix – Ut digni efficiamur
promissionibus Christi” (“Prega per noi Santa Madre di Dio - affinché siamo
fatti degni delle promesse di Cristo”), possiamo pensare che le promesse di
cui chiediamo di essere fatti degni, siano appunto le promesse di grazia,
ossia di santità quaggiù e poi promesse di gloria lassù.
Nella Preghiera finale chiediamo al Signore di essere condotti "per la Sua
passione e la Sua croce alla gloria della risurrezione ".
Recitiamo con devozione e attenzione l’Angelus Domini. Per me è bellissimo,
santifica alcuni momenti caratteristici della nostra giornata ed è un invito
ad una pausa di preghiera prima, durante e dopo la nostra attività
quotidiana.
E concludo con una riflessione di un giovane ingegnere che aveva visto
nell’Angelus questo schema della S.Messa:
L’Angelo
del Signore portò l’annuncio…:
Liturgia della Parola
Ecco la
serva … si faccia di me…:
Liturgia Eucaristica (Offertorio)
E il Verbo
si fece carne e abitò tra noi…:
Liturgia Eucaristica (Consacrazione – Comunione)
e recitandolo si poneva in atteggiamento di ascolto, di offerta, di
comunione con Dio presente nell’anima.