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PENSIERI

sul

Natale



E’ Natale
...

...ogni volta che sorridi
a un fratello
e gli tendi la mano.

E’ Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.

E’ Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.

E’ Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.

E’ Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.

E’ Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.

Madre Teresa

Sono nato per te

SONO NATO in una grotta, dice Dio,
esposto allo sguardo di tutti, perché ogni uomo di buona volontà abbia accesso a me.

SONO NATO piccolo, dice Dio,
perché tu cerchi di non dominare gli altri.

SONO NATO povero, dice Dio,
perché tu possa considerarmi l’unica ricchezza.

SONO NATO debole, dice Dio,
perché tu non abbia mai paura di me.

SONO NATO disarmato, dice Dio,
perché tu non dubiti mai del mio  amore.

SONO NATO di notte, dice Dio,
perché tu creda che io possa illuminare qualsiasi realtà.

SONO NATO uomo, dice Dio,
perché tu possa essere “dio”.

 

La festa del Natale del Signore, introdotta a Roma nella prima metà del IV secolo, ha incontrato fin dall'inizio larga simpatia nel popolo cristiano.

Ma la pietà antica ha sottolineato con vigore l'aspetto teologico, cioè l'incarnazione del Verbo-Figlio di Dio nella nascita di un bambino dal grembo della Vergine Maria, come inizio della nostra salvezza e partecipazione della nostra natura alla vita divina.
È quanto si rileva anche oggi nelle orazioni e nelle letture bibliche, sebbene quelle evangeliche non trascurino gli aspetti umani.

Sull'umanità del Salvatore si è invece sviluppata la pietà del Medioevo, soffermandosi sui singoli episodi in una cornice di pii sentimenti, perfino di folclore.

La liturgia, specie dopo la riforma, aiuta a ritrovare l'equilibrio tra i due aspetti.
Il Natale del Signore implica il riconoscimento del suo mistero e la risposta di tutti gli uomini mediante l'accoglienza della fede. Dal mistero centrale della nascita del Figlio di Dio si passa a considerare la sua manifestazione al mondo con la chiamata delle genti (Epifania), la proclamazione al Giordano della sua figliolanza divina e investitura messianica (festa del Battesimo), la sua vita in famiglia (festa della Santa Famiglia). Soprattutto dopo il Natale del Signore si celebra la sua Madre (con il titolo di Madre di Dio: 1° gennaio). Nonostante la varietà delle celebrazioni liturgiche, uno solo è l'evento salvifico commemorato nei suoi vari aspetti e momenti: l'incarnazione del Signore e la sua manifestazione all'umanità.

Perciò il periodo che va dal Natale alla festa del Battesimo del Signore (domenica dopo l'Epifania) è giustamente chiamato tempo di Natale o natalizio.
                                                                                                          

(dal Messale Quotidiano dei fedeli)
 

 A Natale lasciamoci stupire dal sorriso di Dio
dal discorso di Papa Francesco con i dipendenti della Santa Sede

L’augurio di Natale Papa Francesco lo riassume quest’anno in una parola: sorriso. Dice che la recente visita in Thailandia gliene ha dato lo spunto, perché in quel Paese ha incontrato “una speciale gentilezza” che gli ha fatto pensare “al sorriso come espressione di amore e di affetto, tipicamente umana”. Un esempio ne è il nostro atteggiamento di fronte ad un neonato a cui siamo portati a sorridere e il cui sorriso in risposta ci dà una enorme emozione che sa di semplicità e purezza.

Questo è avvenuto in modo unico tra Maria e Giuseppe e Gesù. La Vergine e il suo sposo, con il loro amore, hanno fatto sbocciare il sorriso sulle labbra del loro bambino appena nato. Ma quando ciò è accaduto, i loro cuori sono stati riempiti di una gioia nuova, venuta dal Cielo.

 

Gesù è il sorriso di Dio

 

 “Gesù è il sorriso di Dio”, perché è venuto a portarci l’amore del Padre. Il suo messaggio è stato accolto da Maria e da Giuseppe che hanno riconosciuto nel suo sorriso la misericordia di Dio”

 Nel presepe anche noi riviviamo questa esperienza: guardare il Bambino Gesù e sentire che lì Dio ci sorride, e sorride a tutti i poveri della terra, a tutti quelli che aspettano la salvezza, che sperano in un mondo più fraterno, dove non ci siano più guerre e violenze, dove ogni uomo o donna possa vivere nella sua dignità di figlio e figlia di Dio.

“Abbiamo sempre bisogno di lasciarci rinnovare dal sorriso di Gesù” e di lasciare che la sua bontà purifichi i nostri cuori


Portate la carezza del sorriso ai vostri cari

 

Sempre abbiamo bisogno del sorriso di Dio, sia nei momenti difficili, e “solo Lui ci può aiutare”; sia quando le cose vanno bene, per non dimenticare “gli altri che fanno fatica” e perché Lui “ci riporti al gusto della semplicità e della gratuità”.

L’augurio del Papa a tutti per Natale è dunque quello di lasciarsi “stupire dal sorriso di Dio, che Gesù è venuto a portare”.

“Portate questo augurio ai vostri cari a casa, specialmente ai malati e ai più anziani: che loro sentano la carezza del vostro sorriso. È una carezza. Sorridere è carezzare; carezzare con il cuore, carezzare con l’anima”