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LITURGIA DEL GIORNO
Avvento
Avvento, tempo dell'attesa e della
speranza: è la tua venuta, o Cristo, che vogliamo rivivere,
preparandoci più profondamente nella
fede e nell'amore.
Avvento, tempo della Chiesa affamata
del Salvatore: essa vuole ripeterti, volgendosi a te
con più insistenza, con un lungo
sguardo, che tu sei tutto per lei.
Avvento, tempo dei desideri più nobili
dell'uomo che più coscientemente convergono verso di te,
e che devono cercare in te, nel tuo
mistero, il loro compimento.
Avvento, tempo di silenzio e di
raccoglimento, in cui ci sforziamo d'ascoltare la Parola
che vuol venire a noi, e di sentire i
passi che si avvicinano.
Avvento, tempo dell'accoglienza in cui
tutto cerca di aprirsi, in cui tutto vuol dilatarsi
nei nostri cuori troppo stretti, al
fine di ricevere la grandezza infinita del Dio che viene a noi.
JEAN GALOT
PREGHIERA
Con Maria in
attesa di Gesù
Maria, che dopo l'annuncio dell'Angelo
hai atteso il tuo Gesù nel silenzio e nella preghiera
insegnaci ad essere vigilanti per andare incontro a Cristo
con le nostre lampade accese.
Maria, che hai detto il tuo sì,
accettando di fare totalmente la volontà del Signore
aiutaci ad essere generosi ed obbedienti.
Maria, che hai vissuto nella povertà,
ma ricca della grazia di Dio
fa' che sappiamo accogliere il tuo Figlio Gesù
come il dono più grande, il vero regalo di Natale.
video
(Sr Bernardina fma)
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L'Avvento è un periodo di quattro settimane (sei nel rito
ambrosiano) che apre un nuovo anno liturgico e ha come punto
di riferimento il
Natale di Cristo. Inizia con i primi Vespri della prima Domenica di
Avvento e termina prima dei primi Vespri di Natale. Il colore
dei paramenti liturgici indossati dal sacerdote è il viola;
nella terza domenica di Avvento (ossia, la domenica Guadete)
facoltativamente si può usare il rosa, a rappresentare la gioia
per la venuta di Cristo. Nella celebrazione eucaristica non
viene recitato il Gloria, in maniera che esso risuoni più vivo
nella Messa della notte per la Natività del Signore.
1. Le venute del Signore
Durante il tempo d’Avvento prepariamo la celebrazione della
venuta in mezzo a noi di Gesù, il Messia Figlio di Dio. Non come se non
lo conoscessimo, come se fingessimo che ancora non è nato:
sappiamo che è nato duemila anni fa, che ha vissuto la nostra
stessa vita, che ha amato fino alla morte di croce, che è
risorto. Preparare la festa della sua nascita diventa
un’occasione per rivivere, con grande intensità, un
atteggiamento di fede e di attesa della salvezza che lui viene a
portarci. Ed è un’occasione per preparare la nostra vita così
che lui possa continuare a venire in noi, a rinnovare il nostro
cuore e a trasformarci in uomini nuovi, disposti a fare il bene
come lui.
L’Avvento è molto più che preparare una venuta verificatasi
secoli fa; è preparare anche una venuta continua, di tutti i
giorni. Perché Gesù viene ancora adesso, oggi in ogni momento.
Viene attraverso l’Eucaristia, i sacramenti, la comunità
cristiana. Viene nel cuore di ogni credente attraverso la
preghiera, la lettura della sua Parola, tutte le occasioni nelle
quali vogliamo accostarci a lui. E viene attraverso i nostri
cari, i conoscenti, gli emarginati, i malati, ecc., gli
avvenimenti della nostra vita, tutto quello che facciamo e
viviamo, soprattutto attraverso i poveri, nei quali riflette il
suo volto con particolare intensità.
Nel tempo d’Avvento celebriamo anche un’altra venuta di Gesù,
quella definitiva, alla fine di tutto, quando porterà l’umanità
nella pienezza della vita nel suo Regno. Noi, in questo mondo,
stiamo camminando verso questa venuta definitiva e ci prepariamo
per essere pronti per questo momento. E Gesù ci annuncia che il
nostro viaggio umano, a volte così pieno di oscurità e
sofferenza, è chiamato, come dice il testo dell’Apocalisse, a
trasformarsi in cielo nuovo e in terra nuova, dove Dio lo
godremo per sempre, sarà il Dio-con-noi; e non ci saranno più né
lacrime né sofferenze né dolore, e l’amore di Dio sarà tutto in
tutti. Noi, in questo mondo, mentre siamo in attesa di questa
venuta definitiva, dobbiamo vivere un atteggiamento di
vigilanza, apprendendo, giorno dopo giorno, ad amare Dio e gli
altri come Gesù, per poter giungere, un giorno, a vivere per
sempre con lui.
2. L’organizzazione del tempo d’Avvento
Tra i tempi liturgici che celebriamo lungo l’anno, l’Avvento è
quello che ha iniziato ad esistere per ultimo.
I
cristiani, all’inizio, cominciarono a riunirsi tutte le
domeniche per celebrare e condividere la fede in Gesù morto e
risorto attraverso l’Eucaristia. Poi, abbastanza presto,
iniziarono a celebrare una volta all’anno l’anniversario della
morte e risurrezione con la festa della Pasqua.
Organizzarono, successivamente, la Settimana Santa e, ancora più
tardi, un tempo per celebrare con maggior ampiezza, la vita
nuova di Cristo risorto – il tempo pasquale - e un tempo di
preparazione – la Quaresima.
Solo verso il secolo IV si cominciò, in Oriente, a commemorare,
con una festa –il 6 gennaio -, l’apparizione del Figlio di Dio
come luce per gli uomini. Finalmente, in un calendario dell’anno
354 appare indicato per la prima volta il 25 dicembre – che
coincideva con la festa romana del “giorno del Sole” (la festa
dei giorni che iniziano ad allungarsi) -, una festa che
commemorava la nascita di Gesù.
Fu a partire da qui che nacque l’Avvento. Per il desiderio di
preparare la celebrazione della nascita di Gesù si iniziò ad
organizzare un tempo che aveva una durata diversa e un diverso
contenuto a seconda dei luoghi. Questo tempo di preparazione
ebbe una evoluzione che lo portò all’Avvento così come lo
vediamo oggi.
Ogni domenica
d’Avvento si centra su un aspetto concreto:
Prima domenica:
l’attenzione si pone soprattutto sull’ultima venuta di Cristo,
alla fine dei tempi, e sul richiamo a rimanere vigilanti.
Seconda e terza domenica:
il principale protagonista è il precursore Giovanni Battista,
che annuncia la venuta del Signore nella nostra vita e ci invita
a preparargli la strada.
Quarta domenica:
i nostri occhi si fissano già appieno nelle feste di Natale che
si avvicinano e
contempliamo Maria, la Madre di Dio che porta al
mondo il figlio suo, come anche Giuseppe, suo sposo. Tutto
questo, fattoci vivere soprattutto attraverso il vangelo, è
accompagnato da alcune prime letture dell’Antico Testamento
particolarmente significative: in esse, infatti, ascoltiamo gli
annunci di Isaia e degli altri profeti che ci trasmettono la
senso dell’attesa del Messia, l’attesa gioiosa della salvezza
che Dio promette, e ci invitano a confidare in lui e a invocarlo
che venga a salvarci.
Oltre alle domeniche, per chi vuole vivere intensamente questo
tempo, sono molto importanti anche i giorni feriali. Le letture
dell’Eucaristia dei giorni durante la settimana, così come gli
altri testi delle orazioni, fanno penetrare dentro di noi la
grande ricchezza spirituale di questo tempo. E sarà proprio nei
giorni feriali che si coglierà in modo particolare la divisione
in due parti dell’Avvento:
fino al 16 dicembre
le letture ci invitano a prepararci alla venuta del Signore
nella nostra vita nell’attesa e nella conversione, guidati in
modo particolare dal profeta Isaia e dal precursore Giovanni
Battista.
Dopo invece,
dal 17 al 24,
tutto ci porta a concentrare il nostro sguardo sulla
preparazione della nascita del Figlio di Dio; alcuni chiamano
questi giorni “la settimana santa” che prepara al Natale.
Ogni anno ripercorriamo e riviviamo i momenti centrali della
storia della nostra salvezza, per colmarci della grazia che Dio
vuole donarci attraverso Gesù e per imparare sempre di più a
vivere gli atteggiamenti fondamentali dell’essere cristiano.
L’avvento, l’attesa della venuta del Signore, è il primo passo
di questa storia annualmente rivissuta.
cfr.
pastoraleliturgica.it
La liturgia illustra le qualità che devono
caratterizzare ogni cristiano in questo tempo di grazia
spirituale:
- la vigilanza, virtù specifica di chi vive in
fervorosa attesa del Messia Salvatore;
- la fede, nutrimento e sostegno per accogliere,
come Maria, il mistero di Dio divenuto uomo per la nostra
salvezza;
- la speranza, di chi confida nell’amore
misericordioso di Dio;
- la conversione, l’impegno sollecito ed urgente di
chi si prepara all’incontro con Cristo;
- la preghiera, affettuosa invocazione all’Atteso:
Vieni, Signore Gesù (Ap 22, 20);
- la gioia, espressione di un’attesa che si
concretizza in una Persona e che si apre al suo
completamento nel Regno dei cieli.
L’Avvento è dunque il tempo propizio per far
spazio a Cristo, l’unico medico che solo può guarire le nostre
debolezze e consolarci con la sua presenza.
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