Domenica
3 dicembre 2017 inizia l’Avvento, il tempo forte
dell’Anno liturgico che prepara al Natale.
La prima domenica di Avvento apre
il nuovo Anno liturgico. Quattro sono le domeniche di Avventonel rito romano, mentre nel rito ambrosiano sono sei e infatti
l’Avvento è già cominciato domenica 12 novembre (però nel
computo delle sei domeniche va esclusa la domenica 24 dicembre
che è definita «domenica prenatalizia»). «Uno dei temi più
suggestivi del tempo di Avvento» è «la visita del Signore
all’umanità», aveva spiegato lo scorso anno papa Francesco
nel suo primo
Angelus d’Avvento in piazza San Pietro. E aveva invitato
alla «sobrietà, a non essere dominati dalle cose di questo
mondo, dalle realtà materiali». Inoltre in una delle omelia
durante la Messa mattutina a Casa Santa Marta il Pontefice aveva
indicato «la grazia che noi vogliamo nell’Avvento»: «camminare e
andare incontro al Signore», cioè «un tempo per non stare
fermo».
La liturgia
L’Avvento inizia con i primi
Vespri della prima Domenica di Avvento e termina prima dei primi
Vespri di Natale. Il colore dei paramenti liturgici indossati
dal sacerdote è il viola; nella terza domenica di Avvento
(ossia, la domenica Guadete) facoltativamente si può
usare il rosa, a rappresentare la gioia per la venuta di Cristo.
Nella celebrazione eucaristica non viene recitato il Gloria,
in maniera che esso risuoni più vivo nella Messa della notte per
la Natività del Signore.
I nomi tradizionali delle domeniche di Avvento sono tratti dalle
prime parole dell’Antifona di ingresso alla Messa. La prima
domenica è detta del Ad te levavi («A te elevo»,
Salmo 25); la seconda domenica è chiamata del Populus Sion
(«Popolo di Sion», Isaia 30,19.30); la terza domenica è quella
del Gaudete («Rallegratevi», Filippesi 4,4.5); la
quarta domenica è quella del Rorate («Stillate»,
Isaia 45,8).
L’origine
dell’Avvento
Il termine Avvento deriva dalla
parola “venuta”, in latino adventus. Il vocabolo
adventus può tradursi con “presenza”, “arrivo”, “venuta”. Nel
linguaggio del mondo antico era un termine tecnico utilizzato
per indicare l’arrivo di un funzionario, la visita del re o
dell’imperatore in una provincia. Ma poteva indicare anche la
venuta della divinità, che esce dal suo nascondimento per
manifestarsi con potenza, o che viene celebrata presente nel
culto.
I cristiani adottarono la parola
Avvento per esprimere la loro relazione con Cristo: Gesù è il
Re, entrato in questa povera “provincia” denominata terra per
rendere visita a tutti; alla festa del suo avvento fa
partecipare quanti credono in Lui. Con la parola adventus
si intendeva sostanzialmente dire: Dio è qui, non si è ritirato
dal mondo, non ci ha lasciati soli. Anche se non lo possiamo
vedere e toccare come avviene con le realtà sensibili, Egli è
qui e viene a visitarci in molteplici modi.
Il tempo
dell’attesa, della conversione e della speranza
L’Avvento è «tempo di attesa, di
conversione, di speranza», come spiega Direttorio su pietà
popolare e liturgia. È il tempo dell’attesa della venuta
di Dio che viene celebrata nei suoi due momenti: la prima parte
del tempo di Avvento invita a risvegliare l’attesa del ritorno
glorioso di Cristo; poi, avvicinandosi il Natale, la seconda
parte dell’Avvento rimanda al mistero dell’Incarnazione e chiama
ad accogliere il Verbo fatto uomo per la salvezza di tutti. Ciò
è spiegato nel primo Prefazio di Avvento, ossia la preghiera che
“apre” la liturgia eucaristica all’interno della Messa dopo
l’Offertorio. In essa si sottolinea che il Signore «al suo primo
avvento nell’umiltà della nostra natura umana, portò a
compimento la promessa antica, e ci aprì la via dell’eterna
salvezza». E poi si aggiunge: «Verrà di nuovo nello splendore
della gloria, e ci chiamerà a possedere il regno promesso che
ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa».
L’Avvento è poi tempo di
conversione, alla quale la liturgia di questo momento forte
invita con la voce dei profeti e soprattutto di Giovanni
Battista: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino» (Mt
3, 2). Infine è il tempo della speranza gioiosa che
la salvezza già operata da e le realtà di grazia già presenti
nel mondo giungano alla loro maturazione e pienezza, per cui la
promessa si tramuterà in possesso, la fede in visione, e «noi
saremo simili a lui e lo vedremo così come egli è» (1 Gv 3, 2).
Le letture
dell'Avvento
Le letture – nel 2017 vengono
seguite quelle dell’Anno B – testimoniano questa
suddivisione dell’Avvento. Fino alla terza domenica di Avvento
la liturgia si focalizza sull’attesa del ritorno del Signore.
Poi marca in maniera più specifica l’attesa e la nascita di
Gesù. Così nella
prima domenica di Avvento il Vangelo (Marco
13,33-37) ha al centro le parole di Cristo: «Vegliate: non
sapete quando il padrone di casa ritornerà». Nella
seconda domenica di Avvento il Vangelo (Marco
1,1-8) si sofferma sul Battesimo e sulle parole di Giovanni
Battista al fiume Giordano: «Viene dopo di me colui che è più
forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci
dei suoi sandali». Nella
terza domenica di Avvento il Vangelo (Giovanni
1,6-8. 19-28) ha ancora al centro il Battista che «venne
come testimone per dare testimonianza alla luce» e che,
interrogato dai Giudei, dice: «In mezzo a voi sta uno che voi
non conoscete». Infine il Vangelo dell’ultima domenica di
Avvento (Luca 1,26-38) è quello dell’Annunciazione e
ha come perno la figura della Madonna.
Maria, icona
dell’Avvento
Il tempo dell’Avvento ha come
icona quella della Vergine. Papa Francesco ha sottolineato che
«Maria è la “via” che Dio stesso si è preparato per venire nel
mondo» ed è «colei che ha reso possibile l’incarnazione del
Figlio di Dio, “la rivelazione del mistero, avvolto nel silenzio
per secoli eterni” (Romani 16,25)» grazie «al suo “sì” umile e
coraggioso». La presenza della
Solennità dell’Immacolata Concezione – 8 dicembre
– fa parte del mistero che l’Avvento celebra: Maria è il
prototipo dell’umanità redenta, il frutto più eccelso della
venuta redentiva di Cristo.
( da "Avvenire" )